Non solo Codula...

Bisogna proprio dirlo. Quello spit l'ho messo io.
La frattura ci si era parata davanti all'improvviso fra i verdi della macchia mediterranea e le sfumature di azzurri e celesti del mare poco distante, alla base della strapiombante falesia.
Un varco improvviso fra i campi solcati che precipita per poco meno di una decina di metri fra ombre via via più fitte  che nascondono alla vista un abbozzo di rampicanti.


L'avevamo snobbato. Appena uno sguardo distratto prima di  proseguire nella nostra escursione.
Quel giorno la via del ritorno mi ci riportava di fronte ed ecco che decidevo, dopo tempo immemore, di piantare uno spit, all'ombra di un leccio robusto su cui creavo il secondo ancoraggio.
Gli altri continuavano a dubitare di quel pertugio affacciato al sole morente del giorno ignorandolo per proseguire a passo lento verso la lontana area di sosta.

Vergine.... Impossibile che non chiuda...

Il solo Alessandro, in alto, mi faceva compagnia mentre mi calavo per qualche metro...
Le pareti sembravano molto più strette e le ombre parevano lame di roccia che mi impedivano, complice una vista che non mi è mai stata troppo amica,  di scorgere il fondo.
Era tardi e mi trovavo costretto a ritirarmi. Una ritirata ingloriosa, pavida. Ma non lo davo per chiuso.

 

Ovviamente ci siam ritornati. Dopo circa un annetto...ma ci siam tornati....E lo abbiam fatto  proprio in questi giorni. Facciamo qualche splendida foto sui faraglioni a picco sul mare.
Uno sbuffo nella terra smossa dai nostri passi mi porta a togliere qualche pietra. Corrado e Sergio si uniscono ai lavori stimolati dalla corrente d'aria che si lascia percepire e dalle pietre che rumoreggiano nel cadere più in basso. 
Riusciamo ad aprire un passaggio fruibile.

 

Scende Sergio, scende Corrado. Scendo anch'io sotto lo sguardo vigile di Maria.

Monto gli attrezzi faccio per entrare e mi incastro con il petto all'imbocco del pozzetto. Un campanello d'allarme  mi ronza in testa proprio mentre la forza di gravità mi aiuta a scendere
un saltino di cinque-sei metri. Atterro alla base per sentire che nonostante una certa corrente d'aria che sembra provenire dabbasso la grotta chiude. Urge disostruzione decisa.

 

Ma non è questa la giornata. Ora bisogna risalire...Risalire??????

 

Miseria la strettoia d'ingresso già mi chiama.
Salgono Sergio e Corrado, salgo anch'io e riesco a mostrare tutta la mia incompetenza
nell'ultimo metro...la grotta mi richiama a se a più riprese fino a che colgo gli appigli giusti  e mi tiro fuori.

Sono affaticato ma girando comunque qua e la ritrovo l'antico pozzetto con il mio bello spit ben incassato e luccicante nella roccia.
Richiamo l'attenzione degli altri. Ricordo quasi nitidamente il passaggio ostruito da lame di roccia da frantumare. Non sembrano molto convinti.


Tuttavia Corrado afferra la corda e inizia a scendere pressochè in libera. Continua a scendere. Sergio mi guarda perplesso.
"Qui va avanti" si sente dal basso. La voce via via più lontana dice che "continuaaaaa....". Sergio continua a fissarmi basito.
I suoi occhi parlano chiaro "Ma non hai detto che era quasi chiuso....?"
"Non ho mai detto che chiudeva ho detto che stringeva..." penso fra me e me anch'io perplesso
dalla voce ormai lontana che ci chiama dal basso.
Scende anche lui. Ignorando lo spit.
Sparisce anche Maria ed io, indossato l'imbrago, la seguo immediatamente.  Supero il restringimento in verticale che mi  aveva bloccato la precedente uscita e, finalmente, noto una condottina alla base di un bel camino.
Si perde ancora qualche metro di dislivello fra i blocchi.
La condotta  interseca altri arrivi dall'alto prima di precipitare pressoché verticale per almeno  cinque metri.

 

L'unica via è in basso. Arrampicabile tra concrezioni e affilate lame di roccia.

 

Un grosso masso occlude la via. Non abbiamo di che frantumarlo e lo spostiamo
lateralmente. Corrado scende ancora "mano mano", "piede piede". Ancora cinque o sei metri.
E' fermo contro una base di sassi incastonati e quasi concrezionati l'uno sull'altro e
argilla. Lo stillicidio è evidente e dalla parete fra le argille
filtra molta umidità.   
Sembra chiuso se non fosse per un piccolo foro, alle spalle di una colonnina, che progressivamente provvede ad allargare.
Scava nel fango ma i sassi cadono ancor più in basso
con un tonfo sordo.

 

Per questa volta, nonostante gli sforzi di Corrado e Sergio non si riesce a passare e siam costretti ad uscire vista l'ora tarda e la mancanza di attrezzi adeguato (PS. Chiedete agli eroi senza imbrago cosa è stato risalire il pozzetto d’ingresso….).

 

 

Ci siam ritornati lo scorso week end ovviamente..., il sottoscritto, Corrado Cocco e Maria Masuri del GRA.

Splendido trekking con viste favolose sul mare. Giornata stupenda.

Entrati in grotta e bonificati alcuni passaggi, seguo Corrado nel budello verticale fino alla "spada di damocle" del grosso masso incastrato.

In questa prima parte della discesa supero uno stretto pertugio a sinistra con aria evidente. Visto da Sergio la settimana scorsa e rivisitato dal sottoscritto, appare impercorribile.

Corrado scende nello stretto fino al punto terminale e inizia a lavorare. Lo raggiungo passando anch'io accanto all'imponente blocco "ballerino ma incastrato" a prima vista. La robusta pietra oltre a minacciare di chiuderci l'imbocco ostruisce parte del passaggio rendendo disagevole l'ingresso e un po' più che disagevole l'uscita.

Raggiungo Corrado che nel frattempo ha allargato ulteriormente il passaggio.

Filtra a fatica nello strettissimo, in verticale e dopo un tre metri si trova nuovamente in precario equilibrio, su un saltino di sei metri a suo dire non arrampicabile.

La base dello pseudo terrazzino è formata da terriccio e argilla che frana sotto i suoi piedi.

Risale a fatica e indossa l'imbrago. C'è della corrente d'aria che fa ben sperare.

Gli caliamo una corda. Scende l'ultimo saltino per arrivare in un ambiente leggermente più ampio dalla base circolare interamente rivestita d'argilla. Da qui non si passa a meno che non ci si avventuri nell'improbabile scavo....

Siamo ad almeno trenta-trentacinque metri di profondità dall'ingresso, pochi metri dal livello del mare ormai…. e la grotta ha deciso che non si va avanti.

Tristezza.

Mestamente risaliamo verso l'uscita per infine rinfrancarci alla vista del panorama mozzafiato che avevamo lasciato qualche oretta prima.

Non disperiamo. Torneremo a cercare. Non può nascondersi per sempre….